Cortina e Cadore: I forti della Prima guerra mondiale

Le dolomiti sono state teatro della Prima guerra Mondiale ed in particolare la provincia di Belluno viene coinvolta in piani strategici per arginare le varie iniziative di attacco dell’Austria. Per questo motivo il territorio è costellato di forti e trincee tra i quali (Mitterberg, Haideck, Landro, Prato Piazza ed Intrà i Sass), interessantissimi da visitare.

Di seguito alcune delle fortificazioni dell’epoca:

1. Forte di Pian dell'Antro - Venas di Cadore

Il Forte sorge a nord dell’abitato di Venas di Cadore a quota 1050 m. I lavori iniziarono nel 1910 per finire nel 1914, a ridosso della prima guerra mondiale. Il Forte faceva parte della Fortezza Cadore-Maè, un sistema di postazioni militari e forti articolati, che rappresentavano la linea difensiva più arretrata e distante dal confine con l’impero austriaco, la cui funzione era di estrema resistenza.

Il Forte di Pian dell’Antro è stato pensato per affiancare opere già esistenti, quali la fortificazione di Col Vaccher, Monte Ricco e la Batteria Castello che da sole non sarebbero state in grado di fermare un’infiltrazione austriaca da Cortina. Tuttavia allo scoppio della guerra, come gli altri forti del Ridotto Cadorino, anche questo non oppose quella resistenza che sarebbe stata auspicabile per il rallentamento del nemico. Il complesso dell’opera è formato da una serie di costruzioni collegate tra loro da una rete di gallerie, porte nascoste (postierle) e camminamenti protetti. La struttura perimetrale dell’edificio è molto rifinita, tanto da costituire uno dei migliori esempi di architettura militare in Cadore. E’ in muratura di pietrame e malta, con i sassi esterni lavorati a scalpello e sagomati nei fori delle porte e finestre. All’interno i muri ed i soffitti sono intonacati. I solai del piano superiore hanno una struttura portante in putrelle di ferro a forma di H. Tutte le stanze erano dotate di canna fumaria per il riscaldamento nella stagione fredda. Dal corpo centrale del forte si può percorrere una galleria lunga 47 metri che porta a dove si trovava la batteria ed il sollevatore dei proiettili che era di tipo manuale.Nel sito sono ancora visibili anche le trincee.

Dalla caserma, corpo centrale del forte, si percorre una galleria lunga 47,5 metri per raggiungere la scala attraverso cui si accede alla quota della batteria. Qui, al termine della rotaia, sulla destra, si trovava il dispositivo dell’elevatore dei proiettili: esso era del tipo manuale, con coppe portamunizioni in ottone, e portava le granate alla quota della successiva rotaia, servente le riservette della batteria. La batteria corazzata, a forma di U rovesciata (m 56 x 15-20 circa), presentava il fronte principale verso nord-ovest e si protendeva con il fronte di gola verso il piazzale retrostante con due avancorpi posti alle estremità. Una delle entrate alla batteria, oltre a sfogare sul corridoio retrostante i pozzi, conduceva ad un pianerottolo e quindi alla gradinata in galleria, lunga 16,50 m che serviva la postazione di mitragliatrice a scomparsa e l’osservatorio blindato, situati 9 m sotto la quota della batteria. Il corridoio dei pozzi (55 x 3 m) percorreva la batteria nella lunghezza complessiva e da esso si accedeva anche alle riservette che esistevano tra i pozzi. In un locale era ospitato il compressore manuale per le apparecchiature scacciafumo delle cupole. All’estremità del corridoio si dipartiva una galleria lunga 52 m che arrivava alla postazione blindata a scomparsa della mitragliatrice. Un complesso osservatorio-mitragliatrice a scomparsa, posto circa 30 m a sud-ovest della batteria, era accessibile sia dalla gradinata interna, sia dal camminamento esterno che dava sul rovescio. Era dotata di di due riservette di munizioni. A sud della batteria, a strapiombo sulla Val del Boite, proprio sopra la tagliata sbucavano le tre cannoniere delle postazioni per artiglieria in caverna volute per controllare la valle in direzione di Cortina. Le cannoniere erano collegate tra di loro da una galleria. Tra la caserma e la batteria, in prossimità della camera di manovra dell’acquedotto, si dipartiva infine una trincea tramite la quale si accedeva ad un pozzo rimasto incompiuto, probabilmente programmato per ospitare un osservatorio o una mitragliatrice blindata.

2. Forte di Monte Ricco - Pieve di Cadore

Il forte di Monte Ricco, situato sulla anonima altura, è raggiungibile comodamente a piedi dal centro di Pieve di Cadore, una passeggiata di circa 30 minuti. Nato come castello, è stato ricostruito tra il 1882 ed il 1895 come fortificazione a difesa del territorio durante il periodo delle due guerre mondiali. In questo lasso temporale fu più volte distrutto.

Recentemente il forte è stato completamente ristrutturato e valorizzato a testimonianza del patrimonio storico architettonico che rappresenta.

3. Cortina d’Ampezzo la grande guerra

Musei all’aperto della Grande Guerra sono la più estesa area museale della Grande Guerra sulle Dolomiti. Su queste montagne fu combattuta una guerra incredibile tra l’esercito italiano e austro-ungarico tra il 1915 e il 1917.

A memoria di quei tragici eventi è stato realizzato il più esteso museo della Prima Guerra Mondiale, composto dai musei all’aperto del Lagazuoi, delle 5 Torri, del Sasso di Stria e dal museo del Forte Tre Sassi.

L’area museale si estende in un raggio di 5 km e permette di conoscere i diversi aspetti della Grande Guerra in montagna, in una delle più emozionanti passeggiate delle Dolomiti.

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Cortina d` Ampezzo

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